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Gli archeologi sospettano che una grotta sulla riva del Grande Lago Salato dello Utah sarebbe servita come qualcosa di un antico casinò per i nativi americani, riporta il Daily Mail.

Gli scavi nella grotta hanno portato alla luce centinaia di bastoni e canne intagliate che si ritiene siano pezzi da gioco, e gli archeologi ritengono che potenzialmente ci potrebbero essere fino a 10.000 oggetti ancora da trovare.

Si pensa che i residenti indigeni della zona avrebbero giocato d’azzardo lanciando bastoncini corti, vuoti da un lato e dentellati con tagli o bruciature dall’altro, e avrebbero indovinato quanti segni di taglio sarebbero caduti a faccia in su.

Gli oggetti da gioco sono stati trovati vicino all’ingresso della grotta, intorno a quello che sarebbe stato il focolare. I ricercatori ritengono che le donne avrebbero giocato d’azzardo con questi bastoni dentellati, con i pali come compiti di lavoro di routine o piccoli oggetti personali.

“I molti dadi di canna possono raccontarci di un’attività comune e quotidiana, rompendo il duro lavoro sulla preparazione della pelle e della carne, il cucito, tutte queste cose”, ha detto John Ives, un archeologo dell’Università di Alberta che lavora sul sito, al Daily Mail. Avere tempo per giocare d’azzardo suggerisce che la tribù ha goduto di uno stile di vita relativamente confortevole.

Che questa mecca del gioco d’azzardo sarebbe stata trovata nello Utah sembra alquanto ironico, viste le leggi draconiane anti-gaming dello stato, oggi tra le più severe della nazione.

Oltre ai pezzi da gioco, la grotta contiene anche artefatti che sembrano aver avuto origine in altre regioni, secondo i rapporti dell’archeologia, suggerendo che i membri della cultura del Promontorio avevano un solido commercio con altre tribù, interagendo con culture lontane fino alla Columbia Britannica. Si ritiene che la grotta sia stata abitata per 20-40 anni.

La storica sala da gioco d’azzardo non è l’unica potenzialmente americana ad essere stata scoperta per prima negli ultimi mesi: il mese scorso, uno scavo archeologico in Alaska ha portato alla luce un ciondolo in osso di 12.300 anni, che potrebbe essere la prima opera d’arte conosciuta del continente.

Nel mese di marzo, un residente dello Utah con un drone presumibilmente trovato antichi petroglifi in una grotta segreta nella zona che potrebbe risalire a 2.500 anni fa, secondo un affiliato locale di Fox News. E, lo scorso anno, gli archeologi hanno anche scoperto un villaggio di 1.300 anni nel Petrified Forest National Park in Arizona (vedi Ancient Village Unearthed in Arizona’s Petrified Forest)”.

La posizione della grotta del Grande Lago Salato è attualmente tenuta segreta per scoraggiare i saccheggiatori.

Fonte: artnet.com